All’ombra del Vesuvio, sotto il sole del Mezzogiorno, precisamente a Boscoreale in provincia di Napoli, nasce Luigi Ciaravola in arte Gigione, un uomo di piccola statura ma dotato di grande vitalitá ed energica passione. Sfruttando la grande musicalità della lingua partenopea, traduce in napoletano verace le canzoni di successo di alcune star internazionali come Madonna, i Beatles, James Brown e altri, aggiungendo all’orecchiabilitá delle loro canzoni famose un testo napoletano. Questa formula fa impazzire il pubblico delle feste di piazza e delle sagre paesane. Le sue canzoni spopolano nelle radio rionali e nelle televisioni locali.
Gigione inizia giovanissimo con una band improvvisata e successivamente, trascinato da una passione impetuosa per la musica e da una voglia fortissima di esprimersi attraverso le canzoni, si affianca ad un piccolo complesso (i Marines), dove oltre a cantare suona anche il basso. In estate si esibiscono sulla costiera amalfitana e nelle isole piene di turisti. Visto i magri compensi che ricevono, non hanno neanche i soldi per pagarsi un hotel e al termine degli spettacoli dormono in spiaggia, sotto le stelle.
Siamo negli anni ’70, ispirandosi al suo idolo Otis Redding si cimenta con il rhythm and blues; poi seguono anni di serate in discoteca con musica dance e centinaia di matrimoni dove canta per poche migliaia di lire. Alla fine degli anni Settanta incide il suo primo LP, “I due volti di Gigione“, si sposa, ed ha tre figli.
A metá degli anni ’80 l’album “Acqua e sapone” lo rende celebre al grande pubblico del Centro-Sud Italia. Qualche anno piú tardi raggiunge l’apice della popolaritá con il brano “La campagnola a modo mio“, un motivo spensierato, un po’ malizioso, apprezzato e famoso in tutta Italia e all’estero.
Viene riconosciuto, infatti, come piccola star della canzone di consumo e nei primi anni ’90 intraprende il suo primo tour negli Stati Uniti dove gli americani lo chiamano “Mister Campagnola“. Il successo lo porta ad esibirsi al Mary Griffin´s Resorts di Atlantic City e la popolaritá viene definitivamente consacrata partecipando per due volte al “Festival di Napoli” trasmesso da Rai Tre, ad una delle quali si classifica al secondo posto.
L’autenticitá, la spontaneitá artistica e la bontá d’animo si riscontrano anche nei motivi musicali i cui temi sconfinano nella sfera degli affetti familiari: l’amore verso la famiglia é sempre evidente ed importante al punto da creare alcune canzoni come “Lauretta“, dedicata ad una delle figlie e “Cantiamo insieme“, dove racconta con orgoglio la scelta del figlio (Francesco Ciaravola in arte Jo Donatello) di seguire le sue orme e con cui spesso chiude i concerti.